In rapporto al concetto di tolleranza che si è sviluppato soprattutto con LOCKE e VOLTAIRE allíepoca dellíilluminismo (grandissima acquisizione culturale, politica, etica, religiosa, giuridica), si è affermato recentemente il concetto di convivialità (Ivan ILLICH) che tende a portare a maturazione il concetto di tolleranza.
Il termine convivialità riconduce al convivium (il vivere cum latino) al conviviale, che è diverso dalla convivenza.
Sul piano etimologico, il concetto di convivialità, più che al vivere insieme, alla “vita”, fa riferimento alle vivande che servono a vivere, al pane quotidiano (A. NANNI). La convivialità, a livello profondo, evoca il cibo, la tavola imbandita, la festa.
Con tale significato la convivialità diventa sinonimo di commensalità. Il contrario della convivialità è là dove non si realizza la condivisione dei beni, dove non cíè il riconoscimento della destinazione universale dei beni, dove i frutti della terra non vengono consumati insieme, nellíequità e nella giustizia.
“Chiamo conviviale, afferma ILLICH, una società nella quale le strumento è al servizio della persona integrata alla collettività, e non al servizio di un corpo di specialisti. È conviviale la società nella quale líuomo controlla lo strumento”.
La società conviviale, secondo ILLICH, è retta dai valori fondamentali della sopravvivenza garantita per tutti, della giustizia distributiva, della partecipazione generalizzata, del lavoro autonomo e creativo e del libero accesso agli strumenti e ai beni della comunità
ILLICH, Ivan
NANNI, Antonio
Antonio Perotti