Spesso la devianza è definita come divergenza dalle norme sociali. Essa è una categoria più ampia di quella del “crimine” che designa solo quegli atti cui si applica una sanzione ufficiale. Durkheim e dopo di lui gli scienziati sociali sottolineano che la devianza è un fenomeno normale della societá umana, e alcuni l’hanno messa in rapporto con l’attitudine alla creativitá e innovazione che fa parte del nostro retaggio comportamentale. Per Durkheim l’analisi della devianza e delle reazioni ad essa costituisce un elemento necessario e funzionale alla definizione dei confini sociali e all’espressione della solidarietá sociale. I teorici del conflitto hanno invece investigato la maniera in cui la classificazione e il trattamento della “devianza” nella società costituiscono anche un meccanismo di controllo sociale e di repressione ; questo si presta a manipolazioni strategiche da parte della classe dominante per favorire i propri interessi e conservare la propria posizione. Gli antropologi hanno anche esplorato le dimensioni simboliche della devianza e il suo rapporto con i sistemi di conoscenza e di classificazione sociale e culturale. I processi e le pressioni sociali e politiche che determinano comportamenti devianti tra le popolazioni immigrate hanno fatto oggetto recentemente di importanti studi sociologici ma finora hanno attirato poco l’attenzione degli antropologi da un punto di vista comparativo e interculturale.