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IL MAGHREB

L’Unione del Maghreb arabo (UMA) è nato il 17 febbraio1989 a Marrakech. L’atto di nascita è stato firmato da cinque capi di Stato: Hassan II, re del Marocco, Zine Abidine Ben Alì, presidente della Repubblica tunisina, Chadli Benjedid, presidente della Repubblica algerina democratica e popolare, Moammar Gheddafi, guida della rivoluzione del I° settembre della grande Jamahiriya libica popolare e socialista, Moawiya Ould Sid Ahmed Taya, presidente del comitato militare di salvezza nazionale e capo dello Stato della Repubblica islamica di Mauritania.

Il Maghreb è una realtà geografica differente dall’Oriente arabo, differente da quella dell’Egitto, centrata sulla valle del Nilo che l’unisce al Sudan, differente dalla Mezzaluna fertile irrigata dal Tigri e dall’Eufrate e dalla penisola araba serrata tra mar Rosso e Golfo arabo- persico.

Dalla Cirenaica all’Atlantico, dal mediterraneo al Sahara, dalla Libia alla Mauritania il Maghreb fisico ha caratteristiche comuni che hanno indotto i geografi arabi a chiamarlo Jazirat el Maghreb, l’isola o la penisola del ponente.

I circa 5mila chilometri di costa mediterranea sono verdeggianti e coltivati, come i circa settecento della costa atlantica da Tangeri a sud di Agadir, mentre i 1.500 restanti fino a Saint Louis sono desertici.

Il Maghreb è attraversato da ovest a est da due catene montuose, corsi d’acqua generalmente secchi divengono improvvisamente torrenziali quando piove, il deserto ricco di idrocarburi e minerali preziosi occupa dall’80 al 95 % della superficie a seconda del paese.

Il Maghreb ha un fondo etnico comune: i Berberi a cui si sono uniti gli Arabi in due successive ondate. Fenici, Romani, Vandali, Bizantini, Spagnoli, Portoghesi, Turchi, Francesi e altri conquistatori sono arrivati dal mare.

Dal settimo secolo i Maghrebini hanno anche una religione in comune: l’Islam. Dall’11° secolo sono sunniti di rito malekita . Comune è anche la pratica della lingua araba anche se vi sono consistenti regioni berberofone soprattutto in Algeria e Marocco. A parte la Libia, colonizzata dall’Italia, gli altri quattro paesi praticano ancora la lingua francese.

La geografia, la storia, la religione e la colonizzazione hanno tessuto tra queste popolazioni numerosi legami politici, culturali e familiari.

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