La nazione è una forma particolare di unità politica e si definisce per la sua sovranità che si esercita, all’interno per integrare le popolazioni che essa include e, all’esterno, per affermarsi in quanto soggetto storico nell’ordine mondiale fondato sull’esistenza e le relazioni tra nazioni – unità politiche. La sua specificità consiste nell’integrare le popolazioni in una comunità di cittadini, di cui l’esistenza legittima l’azione interna e esterna dello Stato.
La nazione non si deve confondere con l’etnia. Sebbene all’origine essa designi ugualmente un gruppo umano “caratterizzato dalla coscienza della sua unità e dalla volontà di vivere insieme” essa tende dopo diversi secoli a significare un tipo di società politica che, in Occidente, si è progressivamente identificata allo Stato.
I giuristi sottolineano, tuttavia, con cura, la distinzione tra questi due concetti.
Lo Stato è essenzialmente una società politica obiettiva che possiede la propria organizzazione in limiti territoriali precisi.
La nazione è un fatto politico, ma allo stesso tempo un fatto di civiltà (cultura) ed è soprattutto una realtà soggettiva, costituita dall’insieme dei soggetti uniti da un medesimo sentimento di nazionalità.
Lo Stato in quanto insieme di istituzioni e di mezzi di controllo e di coercizione, che hanno per obiettivo di creare e di mantenere la coesione interna delle unità politiche e di permettere loro di esercitare la loro azione all’esterno è nello stesso tempo l’espressione e lo strumento di ogni unità politica moderna. È lo Stato che differenzia le nazioni – unità politiche da altre forme di civiltà o di etnia.
SCHNAPPER, Dominique.
Antonio Perotti