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PEDAGOGIA TRANSCULTURALE

Il concetto di transcultura rimanda a qualcosa che attraversa la cultura, di comune fra tutti gli esseri umani. Pertanto, la pedagogia transculturale si riferirebbe ad una riflessione sull’educativo che trascende la particolarità e la specificità delle singole culture e le strategie educative mirerebbero all’individuazione degli elementi universali, comuni a tutti gli esseri umani, a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua, dalle modalità di pensiero o dalla religione. L’approccio transculturale, in tal modo, permetterebbe di analizzare a livello pedagogico tutto ciò che appartiene alla specie umana, prestando l’attenzione non su ciò che divide, ma su ciò che unisce: idee, sentimenti, emozioni, trascendenza, ecc. Tale approccio, ad esempio, mediante l’analisi di fiabe, religioni o vissuti comuni, potrebbe permettere ai bambini italiani di comprendere meglio i vissuti dei compagni con esperienze migratorie. Pedagogicamente si è vicini alla tradizione dell’universalismo culturale propugnato da Kant e riscontrabile nei principi della rivoluzione francese: l’affermazione della pari dignità di tutti gli esseri umani della terra. La ricerca dei “valori universali” è stata recepita anche nel modello denominato educazione alla mondialità.

Mentre nei settori psicologici e psichiatrici l’attributo transculturale è ormai scientificamente consolidato (vedi i numerosi studi sulla “cross cultural psychology” o sulla psichiatria transculturale), tale aggettivo presenta ancora dei rischi o incomprensioni se usato in contesto pedagogico. Mediante tale visione di carattere strutturalista, si rischia di mettere come umano tutto ciò che si vuole. Oltre a non riuscire a tenere conto dei movimenti e dei processi di cambiamento in atto nei singoli sistemi culturali, ciò condurrebbe a sorvolare sulle sfumature presenti nella vita culturale concreta del singolo soggetto e ad alimentare una pedagogia “aculturale”. Svuotando la pedagogia dalle peculiarità culturali, il pericolo maggiore sarebbe di togliere il fondamento stesso dell’intervento educativo.

D’altro canto, anche il movimento dell’universalismo, essendo di matrice prettamente europea, potrebbe rivelarsi come un’ulteriore forma di dominio o di monopolio culturale.

Agostino Portera

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